
L'aglio di Resia
0 commentsChi sostiene che l'isolamento sia una cosa sempre negativa dovrà fare un giro in Val Resia e potrà così ricredersi. Questa zona, che partendo da Resiutta va su lungo la vallata che porta alle pendici del Monte Canin, è infatti un vero e proprio mondo a sé stante e non solo per la cultura e le tradizioni che non hanno eguali in nessun'altra parte del mondo, ma anche per un particolare tipo di ortaggio che si coltiva solo qui e che viene chiamato strok.
Il nome, nella lingua resiana di matrice paleoslava difficilmente comprensibile a chi non faccia parte di quella piccola comunità composta da circa 1500 persone, è quello dell'aglio. Un aglio speciale a tal punto da essere stato studiato dalla Facoltà di Agraria dell'Università degli Studi di Udine che ha certificato come questa specifica varietà sia esistente solo in Val Resia.
Per questo motivo, grazie alla collaborazione tra il Comune di Resia e il Parco Naturale delle Prealpi Giulie il cui territorio della Val Resia è quasi interamente inserito, si è deciso di dare il via a un progetto che permetta di valorizzare l'aglio di Resia come prodotto unico e di qualità. La caratteristica di questo aglio unico al mondo e particolarmente aromatico è quello di avere bulbi molto piccoli a tunica rossastra. Ogni bulbo ha dai sei agli otto spicchi e non ha spicchi centrali.
L'aglio di Resia si raccoglie in un periodo ben preciso che va dalla fine di luglio ai primi dieci giorni di agosto. Una volta raccolto, si intreccia in lunghe reste o a mazzetti che, anticamente, venivano fatte asciugare all'esterno delle case per essere poi consumato lentamente vista la sua capacità di conservarsi anche per un anno intero.
Attualmente, sfruttando la sua dolcezza e l'assenza del caratteristico sapore acre, l'aglio di Resia viene usato soprattutto per la produzione dei salumi.